Non perdetevi in un bicchier d'acqua. Che almeno sia del buon Barolo.

venerdì 21 dicembre 2007

Speciale - Apologia di un satiro

Avevo un patto con un mio Amico. Io lo avrei invitato a cena, gli avrei cucinato coratella ben condita e gli avrei regalato le figurine più rare dell’album “Parlamentari & Prescritti Italiani 2007-2008”. Lui in cambio mi avrebbe intervistato sul mio blog. Le figurine gli sono piaciute, ma dopo il fatidico rutto di fine pasto si e’ accorto che la coratella era di zanzare che attaccano la malattia del sonno. E’ per questo che da tempo latita. Anzi, ora ha deciso di aggiornare il suo sito web solo in corrispondenza della scoperta di nuovi pianeti del sistema solare.
Ma per fortuna l’intervista era tutta prestabilita – secondo l’insegnamento di Bruno Vespa. Così vi posso riportare quello che ci saremmo dovuti dire (senza essere querelati da Mastella). Il testo proviene dai pizzini che ci siamo scambiati dopo la cena.

Amico: Caro Mangoo, eccoci qua. Innanzitutto complimenti per il tuo blog, carino e scompiscevole! A proposito, posso darti del tu?
Mangoo: Certamente!
A: Ma vaffanculo!
M: Ahah! Si, e’ carina! Ma l’hai detta male… Riascoltati Bramieri.
A: Eh vabbe’, l’avrò’ pure detta male…ma fa sempre ridere…
M: Eh no! Piuttosto che dire male una battuta, preferisco non dirla. Come insegna Luttazzi, quello che di una battuta fa ridere si riduce sempre al modo in cui viene esposta. Alla retorica. Questo e’ vero per i barzellettieri, ma anche o soprattutto per chi le battute le scrive solamente. Egli non ha a disposizione la pronuncia, l’intonazione e l’espressione per sottolinearne, indirizzarne ed aumentarne l’espressività.
A: Accidenti, non ci pensavo…Da quando hai preso a scrivere satira?
M: Da poco. Ma chi mi conosce sa che ho sempre avuto il gusto del grottesco, del sarcastico, dell’anomalo, del paradossale. Mi piace il motto di spirito, e stimo molto chi ha la battuta sempre pronta, per qualsiasi occasione. Diciamo che ora, rispetto al passato, semplicemente mi ci impegno più seriamente.
A: E’ un lavoro sistematico, dunque?
M: No, e non credo che lo diventerà. Le pazzie che mi vengono in mente, tipicamente all’improvviso e senza preannuncio, le metto per iscritto appena posso e poi ci rimugino nel tempo libero. Ricollegandomi al punto di sopra, ci vuole molto allenamento affinché un’invenzione ti affiori alla mente già nella forma ideale e definitiva. Quando così non e’, come quasi sempre accade, occorre limarla, affinarla, talvolta stravolgerla per metterla nella giusta forma.
A: E chi decide quando la forma e’ giusta?
M: Qui entra in gioco la personalità e la sensibilità dell’autore. Quello che fa ridere me non necessariamente fa ridere te, o un altro. Per esempio, se ti descrivo una scena in cui il cardinal Ruini celebra la messa e accanto a lui il papa fa l’occhiolino, ma non per quello che sta dicendo durante l’omelia il cardinale, bensì perché la monaca che intanto pratica un pompino a Ruini gli ricorda la sua prima amante – a me fa ridere. Ma non saprei dire se altrettanto vale per Ruini – del resto non so neanche se a Ruini piacciono i pompini. Ammesso che li conosca. Peraltro se al papa piacesse questa scenetta, me ne aumenterebbe la stima – almeno di un otto per mille! Magari gli dedicherà un’enciclica prima o poi.
Secondo me, la battuta deve far ridere principalmente l’autore, solo eventualmente qualcun altro. Per lo stesso motivo, chiedo con curiosità ai miei amici, quando hanno tempo, di leggere le mie battute e commentarle: mi permette di capire molto di loro. Del resto, se non mi facessero ridere, le battute non risalterebbero rispetto alla marea di pensieri che mi trafficano la testa quotidianamente.
Io preferisco, di norma, una forma asciutta e caustica. Sto molto attento alla punteggiatura, e uso molto il punto anche quando normalmente non lo userei in altri contesti. Il punto rappresenta una cesura sonora forte, da’ tempo al lettore di prendere mentalmente fiato, considerare l’informazione, parziale, che finora ha potuto recepire e prepararsi così al seguito, che di solito e’ spiazzante. Il tutto, se ben integrato in una battuta stringata e tesa, fa, secondo me, molto effetto.
D’altra parte, ogni battuta presuppone sempre un’interazione con il destinatario, sebbene spesso implicita e non in tempo reale. In qualche maniera, chi idea una battuta tiene anche presente come il destinatario la affronterà mentalmente, cosa probabilmente penserà ad un certo punto piuttosto che in un altro. Anche in base a questo l’autore sceglie come distribuire la materia della battuta nella forma che gli concede. Da qui capisci che la forma che vedi e’ quella che fa più ridere me.
A: E perché hai aperto un blog? Non le potevi tenere per te, ‘ste fregnacce?
M: Se vuoi dire che pecco di narcisismo, forse un poco hai ragione. Ma questo discorso vale altrettanto probabilmente per chiunque faccia, seppur immodestamente, arte.
All’inizio trasmettevo tutto solo per via verbale, e constatavo che gli amici, nel bene o nel male, ne restavano colpiti. Col tempo mi e’ parso un peccato perdere per strada tutte quelle invenzioni. Così sono passato a scriverle. E per permettere ancora agli amici di accedervi, le ho messe online piuttosto che spammarli con le mie e-mail. Inoltre, e soprattutto, a me il blog serve come archivio e copia del mio file di testo.
A: Immagino che ci provi gusto…
M: Diamine! Ormai e’ diventato una specie di sport quotidiano, una disciplina personale cui non voglio sottrarmi. Ritengo che abbia molti lati positivi. Ti pulisce la mente e la bocca, così che dopo ti senti più in salute e puoi dedicarti pienamente alle tue attività principali – un bel purgante se vuoi! Ti mette di buon umore. Ti dona un salutare distacco dalla routine, e allo stesso tempo ti aiuta ad apprezzare meglio i particolari delle vicende che ti circondano, e a non prenderti sul serio. E’ un modo produttivo di mettersi alla prova.
Mi piace creare situazioni bizzarre associando concetti molto distanti, stabilire legami pur arbitrari tra realtà solitamente separate per sfondare barriere e preconcetti. Ciò mi aiuta a tenermi sveglio e reattivo. Chi ha provato a comporre cruciverba conosce la sensazione cui mi riferisco. Ho degli argomenti preferenziali, soprattutto il sesso e la religione, ma il mio vero scopo e’ inventare l’inaspettato, riuscire a spiazzarmi, declinare l’improbabile. Non mi precludo nessun argomento.
Va anche detto che, avendo preferito il testo scritto come mezzo di espressione, ho deciso di non riportarvi motti o battute che si basano essenzialmente e soltanto su giochi di parole e doppi sensi – che sono proprio, tuttavia, ciò che più facilmente e frequentemente creo in tempo reale. In quelle continuo a cimentarmi, oltre che per il loro contenuto, soprattutto per testare la mia velocità di reazione e ideazione.
A: Quanto tempo dedichi a questa attività?
M: Di preciso non so…se faccio l’integrale esce fuori penso un’ora al giorno – questo con il metodo di Riemann; con Lebesgue, di più! Ma non e’ un’attività’ continuata, la sviluppo nei momenti in cui posso e mi va, tipo quando vado al bagno, salgo le scale, mentre insulto Bush, mentre conquisto il servizio a squash, quando un semaforo rosso mi interrompe la corsa... So che molta gente preferisce intontirsi di musica in questi casi. Io invece sparo stronzate senza soluzione di continuità! Il bello verrebbe se queste stronzate riuscissero a ficcarsi nei loro Ipod…
Tuttavia non e’ così facile. Ci sono giorni in cui ti senti tappato, o ti rivengono in mente cose vecchie, o semplicemente non hai voglia, oppure non ci provi interesse o ti pare persino inutile. In quei momenti la soglia di attivazione del processo creativo e’ altissima, e ci vuole molto sforzo per superarla. Ma lo sforzo paga se affrontato seriamente, nel senso che dopo che la prima battuta, affiorando, e’ riuscita a bucare il muro, tipicamente il processo diventa autocatalitico, e bisogna talvolta moderarlo!
Alla fine della giornata, delle battute che ho elaborato ne restano di solito poche.

giovedì 20 dicembre 2007

20 Dicembre 2007

Gente che conta
Un gruppo di ricercatori della Duke University (North Carolina) ha dimostrato che le scimmie hanno capacità computazionali simili a quelle degli esseri umani. Per i ricercatori, la parte più difficile dello studio e’ stata convincere la cavia a collaborare alla ricerca. Tremonti e’, in effetti, notoriamente geloso.
Appreso il risultato, Tremonti, roso dall’invidia per gli umani, si e’ comunque consolato affermando: “Loro però non sono certo creativi come me!”.

Nuove specie
In Indonesia si continuano a scoprire nuove specie animali. Ora si e’ scoperto il topo gigante. Una ricercatrice stava per aggiudicarsi la scoperta. Ma non ce l’ha fatta: non ha emesso un urlo abbastanza grande. Probabilmente ci sarebbe riuscita, se l’avesse scoperto a letto.

Armi non convenzionali
Papa Giovanni Paolo II ha proclamato così tanti santi che neanche i fedeli sono riusciti a tenerne il conto. E alcuni sono del tutto sfuggiti all’attenzione. Tipo Santa Barbara Straisand. Protettrice delle armi bionde, da usare solo su bersagli anestetizzati dalla musica pop.

Love.com
Secondo alcuni sondaggi, in Italia una su cinque delle nuove relazioni di coppia nasce attraverso contatti Internet. Forse nessuno li ha informati che non esiste ancora il divorzio elettronico. Cosa che invece e’ ben nota alle altre quattro coppie.
I matrimoni online sono simpatici. Specialmente quando i testimoni, che attendono alla cerimonia collegandosi dalla Florida, devono tirare il riso sugli sposi che a quel punto stanno giusto uscendo dalla vasca da bagno di casa loro. Che sta in Nepal.

sabato 15 dicembre 2007

15 Dicembre 2007

Il piacere e’ nell'attesa
I più strenui oppositori dell’eutanasia sono tipicamente religiosi. Persone che, peraltro, tipicamente credono nell’esistenza di una vita successiva a quella che stanno vivendo. Già fa ridere, no?
Verrebbe da pensare che, in realtà, l’ipotesi della vita ultraterrena, per giunta eterna, non convince molto neanche chi la sostiene. Altrimenti, perché non ci si tuffano subito? E smettono oltretutto di impedire la partenza per quel beato lido di chi sta soffrendo abominevolmente? Forse perché soffrono anche loro della sindrome del “sabato del villaggio”.

In eternum
Ho comprato un preparato terapeutico che prometteva di farmi diventare immortale. Dopo l’applicazione, mi sono ritrovato a morire di noia. Dannazione, ha funzionato.

Venere
La Nasa continua a rimandare le missioni per Venere. Per mancanza di personale qualificato. Non si trovano topografi con le palle per esplorare a fondo i monti di venere.

Pupe
Sto coltivando una nuova passione: la toponomastica. Ho iniziato abbonandomi a Playboy.

lunedì 10 dicembre 2007

10 Dicembre 2007

Censura
Giuliano Ferrara cavalca l’eco della recente censura del programma televisivo di Luttazzi, Decameron, con una lettera indirizzata al quotidiano La Repubblica. Stupefacente come La Repubblica sappia trasformarsi, quando vuole, in un animale da soma tanto potente.
Ferrara ha afferrato la battuta di Luttazzi incriminata, ed ha ammesso che e’ satira. Questo dovrebbe far notizia! Ma e’ comunque d’accordo sulla sospensione del suo programma, per motivi di “coesione commerciale”. Intenderebbe dire “censura”, ma su un’emittente generalista non si può più dire. Infine, ha invitato Luttazzi a partecipare al suo, di programma. Ferrara preferirebbe in realtà dargli un bel calcio sul sedere, come al tempo della censura di Satyricon. Peccato che questa roba ormai si veda comunemente nei reality show, e non ha più presa sul pubblico.
A chi non lo sapesse ancora, va detto che Ferrara e’ intelligente. Ma anche che “Otto e mezzo” e’ comunque molto al di sopra della sua media in pagella.Consiglierei a Ferrara di aumentare le dimensioni del suo Foglio. Evidentemente, ha ancora i margini troppo stretti per contenere tutte le castronerie del suo direttore.

lunedì 3 dicembre 2007

3 Dicembre 2007

Illuminato
Nell’enciclica “Spe salvi” Benedetto XVI ha scritto che “Marxismo e Illuminismo hanno fallito”. Per chiarire il concetto, subito dopo si e’ accertato di censurare il passo “luce dona alle menti” contenuto nella versione italiana di “Stille nacht”.
Sempre per disposizione papale, da quest’anno gli alberi di natale non potranno più essere illuminati; babbo natale non potrà più vestire di rosso, ma al limite di porpora; e invece del carbone distribuirà cilici, mentre porterà regali solo ai bambini buoni. Cioè solo a quelli che versano regolarmente l’otto per mille alla chiesa cattolica.

Sospiri
Quando i veneziani si trovano con l’acqua alla gola, il “ponte dei sospiri” diventa il “ponte dei gargarismi”.

Bassa priorità
Perché i numeri primi continuano a comparire dopo lo zero?

Acqua alta
La privatizzazione delle risorse idriche italiane e il conseguente incremento del costo dei relativi servizi rischia di introdurre gravi problemi socio-economici. Per esempio al Veneto, che vedrà le popolazioni limitrofe migrare in massa verso Venezia per rifornirsi direttamente in piazza S. Marco durante i periodi di acqua alta. Per far fronte al problema, il Veneto si dichiarerà finalmente indipendente. Dal mar Adriatico.

Zeta come Riemann
L’ipotesi di Riemann verrà finalmente dimostrata da un immobiliarista italiano, quando si capirà che provare che gli zeri della funzione Zeta di Riemann appartengono tutti alla stessa retta del piano complesso non richiede molto più impegno che allineare zeri su un assegno circolare.